"Vi è dirò così una regione superiore del Comunismo... "
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Bibliografia
Addio a Recanati (Iª Ed. Cappelli, 1974)
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«Il carattere di rigore intellettuale e di probità morale che distingue il libro e chi l'ha scritto.»
Riccardo Bacchelli.
«Un documento umano di primissimo interesse: quanto di meglio si poteva e si doveva fare.»
Pietro Nenni.
"Piccolissimo uomo, mi dicevo, tu non capisci niente. Ma dove vai, ma cosa credi, cosa ti tiri appresso, cosa continui a saltarti in mente? Italia, Francia, Germania? La patria non esiste, non così e nem- meno il proletariato e la sua sete di giustizia: sono le malattie imaginifiche dell'amore, proiezioni estetiche e poesia estatica per allogeni dissestati, minoranza vera. Guerra, rivoluzione: assurdo. Si imbocca una strada ed sempre cieca, si parte in quinta e su- bito conviene innestare la retromarcia. La rivoluzione finisce sempre in antiprogetto e la guerra fra le radici quadrate dei postulati, la spesa non conosce computo metrico, fuori non c'è niente, niente altro che l'esca-lievito per la tua suggestione". [ continua a leggere...]
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Addio a Recanati (IIª Ed. Einaudi, 1980)
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Cerco di capire cos'è successo alla mia patria; quand'ero piccolo la immaginavo tutta Recanati e il primo amore duro a morire. Così dice Bergamo in una delle ultime pagine di questo suo romanzo autobiografico; siamo nel tinello della canonica di un paesino veneto, fuori ci sono i carri armati americani, la radio gracchia la notizia che Mussolini e la Clara erano stati eliminati. [ continua a leggere...]
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L'estate, forse (Einaudi, 1978)
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Mi chiamo Luca, sono molto bello, dicono che somiglio a mia madre. Per non smarrirmi fra stabulari e stalli dovrei adescare la fortuna come mio padre. Quand'ero piccolo lo immaginavo pescatore di perle o scopritore di stelle, azzurre e filanti, poiché mio nonno gli aveva scritto che il grande mare dell'essere era il mare della notte". [ continua a leggere...]
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Una lunga notte (Cappelli, 1984)
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È la storia di una doppia utopia: quella di un tedesco — un agricoltore del Baden-Wùrttemberg che ha studiato «agraria»» per stare più vicino alla sua terra — che vuole la moglie (una biologa che si dedica alla ricerca scientifica) libera di " viversi " finché la loro vita è «normale», finché si trovano, l'uno e l'altra, in condizioni esistenziali paritarie; ma la sogna «fedele»», prigioniera di se stessa, quando anche lui si fa, soldato, prigioniero di se stesso andando in guerra [ continua a leggere...]
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Fuorisacco e dintorni (Mursia, 1989)
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I FUORISACCO apparirono per lo più sulla terza pagina de «II Gazzettino». Dalla spina suggestiva o irritativa di una qualche attualità o ricorrenza si riflettono sui problemi esistenziali che costringono l'individuo anche sul fatto civile, politico e sociale. Un volume di scritti più propriamente elzeviriani pubblicati in precedenza farà seguito a questo: un'inversione cronologica che ribadisce come il momento contingente sia affatto accessorio, non funga che da esca. [ continua a leggere...]
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Parallele e punti fermi (Mursia, 1991)
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Come quelli raccolti nel precedente volume FUORISACCO E DINTORNI, anche questi saggi, anzi «assaggi», apparsi in precedenza sul «Gazzettino», manifestano momenti della ricerca e del recupero personale di un HEIMAT che valga al tentativo di definizione dell'essere-individuo di fronte a sé medesimo, in funzione de! mondo che lo circonda e del tempo che gli appartiene. Di qui la costante di una tensione che nell'autore alimenta ed accomuna le istanze etiche ed estetiche a quelle politiche e sociali. [ continua a leggere...]
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Plenilunio (Mursia, 1992)
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PLENILUNIO, ovvero la pienezza dell'essere; oppure, non poi tanto banalmente, anima e corpo; o, ancora, amor sacro e amor profano, ma senza contrapposizione: è quanto Tonio, il protagonista, impara a distinguere fin da ragazzo accanto al «femminino» della sua giovane maestra di piano: «uno smarrimento che mi spostava in un'altra dimensione, un "altrove" tutto diverso da quello che mi nasceva dentro con la musica, ma un altrove che la musica anche sublimava senza che vi entrasse l'altrove che le era proprio». [ continua a leggere...]
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Il mio Bacchelli (Mardersteig, 1998)
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Nell’accingermi al tentativo, del tutto personale e affettivo, di scandagliare quel pur inesauribile universo di pensieri e di meditazioni, di dubbi e di conforti, di speranzosi bagliori e di riflessi dall’intelligibile oltre il conoscibile e l’umanamente intuibile, che si addensa ed emana dall’opera di Riccardo Bacchelli, mi dichiaro quasi certo di fallire l’impresa. [ continua a leggere...]
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Pourquoi pas? (Edizioni del Noce, 2004)
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Pourquoi pas ?
"Ancora ragazzino, accompagnavo mio padre a guatare i treni, destinazione Italia, che filavano sotto il ponte dei boulevards extérieurs e il viadotto della petite-ceinture. Un traffico-scambio che poi immaginavo pure di accelerare, tanto che, compiuti rilievi anche seriosi, avevo riprogettato idealmente tutta la topografìa dell'area che dalla gare de Lyon e dal quai de Bercy sgrovigliava fino a Villeneuve-SaintGeorges il fascio dei binari, intricati lungo la rive droite della Senna come di là dalla rive gauche si dipanavano quelli che per mio conto mettevano capo a Auch. [ continua a leggere...]
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Pipiciot (Edizioni del Noce, 2008) |
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Pipiciot
"...mi sembra addirittura improducente investire sull'astrattezza dell'anima mentre con la vita, emersa fulminea dal grande sonno, l'uomo è stato capace di riversare il contenuto dei sogni nella realtà ch'egli, malgrado la quintessenza ctonia, via via ha saputo artigianarsi anche al di là della propria bestemmia..."
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